Fermare il declino della scuola?

Un libro che racconta il declino della scuola, la medicalizzazione, lo stress del docente, gli alunni sempre più fragili…

Docenti e genitori, Pubblici Ministeri e avvocati difensori?

E… se la smettessimo? Ci sono relazioni umane che si alimentano soprattutto nella frequentazione fisica faccia a faccia dei partecipanti. La relazione tra docenti e genitori vive al contrario in una dimensione in cui il rapporto vis à vis è quasi sempre del tutto episodico: ciascuno è libero di immaginare l’altro con narrazioni e aspettative […]

Alunni fragili, ma non serve incolpare i genitori

La maestra Anna siede nella mensa vuota davanti a una pila di quaderni. Ha ancora negli occhi lo sguardo piangente di una bambina che, di fronte a una piccola difficoltà per un errore commesso, è sprofondata in uno stato di apparente disperazione. Episodi analoghi accadono di frequente in classe, trasmettendole l’idea di una diffusa e […]

Natura morta con Curriculum

Nei curriculum si riportano sempre i libri che il soggetto ha scritto, ma mai quelli che ha letto,
In un CV stanno scritte le esperienze di lavoro, non ci sono gli ostacoli superati né quelli evitati. Non ci sono le sconfitte né i fallimenti, figuriamoci le delusioni.
“Descrivi te stesso” è per lo più una cosa che somiglia tristemente ai testi melliflui che leggiamo sulle confezioni dei bagni schiuma o delle creme idratanti.
Nei CV mancano le persone importanti che si sono incontrate, quelle che ci hanno cambiato la vita.
Manca, nei CV, la storia della persona: se abbia amato e come, se sia stata amata e da chi, Se abbia visto morire qualcuno. Se abbia visto nascere un bambino. Se abbia tenuto in braccio un neonato. Se abbia fissato a lungo un gatto negli occhi.
Come tante altre cose, i curriculum sono un prodotto del loro tempo. E il nostro è evidentemente un tempo triste.

La tribalità vuota

In uno spettacolo fra il rap, il trap e… il trash una voce maschile gridata, gutturale e sovraccarica aizza gli astanti ritmicamente, e quelli rispondono con grida corali scomposte ma molto forti e altrettanto sovraccariche. “Tribalità”, nulla di nuovo, anzi, assai antico! Ma queste ritualità ancestrali nella storia umana compaiono nel sacro, nel rito o nella lotta per la sopravvivenza.
Anche i toni dello spettacolo davano la stessa adrenalina, ma lì nessuno era “pronto a tutto”: l’artista era pronto ad andarsene in albergo e il pubblico ad andarsene a letto, poi in spiaggia tardi l’indomani, passata l’emicrania, dormendo sul lettino. Ecco quindi la differenza: è tribalità, sì, ma una tribalità vuota, senza contenuti. Una tribalità di mercato, una lotta per la sopravvivenza… alla noia.

Troppo non è abbastanza

L’adolescenza è diventata, per i più, la stagione degli impegni “da buio a buio”, in attesa di diventare adulti e… avere ancora più responsabilità. “Come ti immagini nel futuro?” “Sepolto di impegni senza fine”. 

Solo l’indifferenza è asessuata

Come prendono forma l’identità di genere e l’orientamento sessuale di una persona? Vengono dal corpo, dal sistema nervoso e dagli ormoni, oppure da una libera scelta consapevole come iscriversi a Medicina o a Giurisprudenza? In questo dibattito a tratti surreale sembra spesso dimenticata la ricerca della risposta a questa domanda, eppure senza di essa diviene […]

La solitudine dei numeri ultimi

Il servizio sanitario ha mezzi idonei e sufficienti per gestire persone con pregressi e/o conclamati problemi psichiatrici con aspetti aggressivi?
La qualità della loro vita quotidiana dipende sostanzialmente dalla presenza e dai mezzi di famiglia e/o dei congiunti?
Si considera seriamente il ruolo della solitudine del favorire decorsi infausti nel disturbo psichiatrico? 
Cosa può fare una coppia di genitori ultrasettantenni con una modesta pensione per gestire un figlio di 40, 50 anni con gravi disturbi psichici?
Questa è la solitudine dei numeri zero, degli ultimi. Queste persone sole, trattate con farmaci che assumono anche disordinatamente, rischiando scompensi e malattie, che vagano nel mondo come monadi agitate da tristezza, rabbia e disperazione.

Generazione Z: il corpo assente

L’homo sapiens di Generazione Z (nato tra il 1997 e il 2012) ha tendenzialmente una storia di bisogni normali ma disattesi: ad esempio, aveva bisogno di accudimento e presenza ma è stato inserito troppo precocemente in strutture educative, aveva bisogno di tempo per maturare e apprendere ma è stato sollecitato a produrre performance che non […]