Sui nidi gratuiti e più in generale dello snodo tra lavoro e maternità ci sono diverse proposte sul tavolo ma mi pare che pressoché tutte si basino in definitiva su un unico assunto:
il bambino e il legame con esso sono l’ostacolo, il problema, e da essi la madre va liberata il prima possibile, tramite nidi, micronidi, app, banche del tempo tra mamme, baby sitter e ogni altra risorsa idonea.
Non viene in mente a nessuno che i bambino è biologicamente strutturato per ricevere cure e accudimento da chi lo ha partorito, quantomeno nei primi mesi e che questa figura non è cosi intercambiabile nelle prime fasi della vita del neonato?
Non viene in mente a nessuno che 50 anni di ricerca ci dicono che il bambino con attaccamento sicuro è un bambino più sereno, più autonomo, che in definitiva impegna meno la famiglia e la scuola?
Non viene in mente nessuno che, viceversa, il bambino con un attaccamento insicuro, sballottato tra istituzioni educative e baby-sitter diventerà un bambino più impegnativo, più dispendioso e difficile?
Non viene in mente a nessuno che la direzione delle politiche per la maternità potrebbe partire da un assunto diverso ovvero che il problema non è allontanare il bambino dalla madre ma dare supporto, rete sociale e aiuti alla madre per occuparsi bene in serenamente del suo bambino fin quando egli ne ha un bisogno assoluto e biologico? Si dovrebbe anche operare nel mondo del lavoro per appianare le difficoltà che anche da quell’ambito gravano sulle neo mamme, ad esempio ampliando ove possibile il telelavoro e il lavoro smart, e organizzando inoltre sostituzioni e compensazioni sul posto di lavoro per concedere un periodo più lungo e rilassato alla maternità.
La neo mamma non va lasciata sola né di fronte al neonato né di fronte ai ricatti del lavoro, ma va messa in grado di svolgere bene e con agio il suo ruolo, almeno fin quando lo desidera; ma la nostra bella civiltà piuttosto si affanna a liberarla del “problema”, il bambino, trasformandolo in una patata bollente da affidare a chicchessia.
Oggi si è celebrata la giornata dei diritti del bambino… ebbene la nostra società parla e straparla, ma riconosce (a fatica) solo i diritti degli adulti, e solo alcuni.
Come società noi continuiamo a chiederci come mai i bambini stanno sempre peggio, come mai aumentano esponenzialmente i loro disagi psichici e non solo, ma evitiamo di darci risposte per non dover trarre conseguenze che non ci piacciono.
Diciamo la verità: non è mai il bambino, il problema. Ma siccome i bimbi non hanno avvocati, né linguaggio, né accesso diretto ai media… finisce che sono loro e soltanto loro, assieme a tutti i più deboli e senza voce, ad essere stritolati nelle contraddizioni della nostra società neoliberista avanzata. Prendendosi anche la colpa.