Natura morta con Curriculum

Mi capita talvolta di leggere dei curriculum di giovani laureati. Ho osservato le cose che ci sono, ma assai di più quelle che non ci sono. Cominciamo dalla forma: da anni e anni nessuno osa più presentare CV che non siano “europass”, formato concepito per una altissima standardizzazione dei contenuti, tra cui spicca naturalmente la formazione: lauree, master, e così via. La loro elencazione regala la sensazione di un’esposizione di artiglieria, quasi si dovesse affrontare armati un mondo ostile.

Nei curriculum si riportano sempre i libri che il soggetto ha scritto, ma mai quelli che ha letto, men che meno quelli su cui ha studiato, sofferto, pianto o riso. Eppure questi sono quasi sempre più importanti di quelli che ha scritto; questi ultimi, salvo eccezioni, sono per lo più un povero prodotto del narcisismo, i libri letti e studiati, invece, germogliano fino a fare la differenza.

In un CV stanno scritte le esperienze di lavoro, ci mancherebbe, ma non ci sono i pensieri che si sono creati per esse, non ci sono le riflessioni, tanto meno le amarezze e le soddisfazioni. Non ci sono gli ostacoli superati né quelli evitati. Non ci sono le sconfitte né i fallimenti, figuriamoci le delusioni.

In un CV occorre parlare della persona che si è; certo, non è facile, ma il “format” costringe a farlo. Il risultato è quasi sempre patetico, una cosa che somiglia tristemente ai testi melliflui che leggiamo sulle confezioni dei bagni schiuma o delle creme idratanti.

Nei CV mancano le persone importanti che si sono incontrate. Ognuno ne ha almeno una. Nel corso della mia vita di studio ho incontrato diverse persone speciali alle quali devo quasi tutto. Il maestro elementare, che mi ha lasciato il suo spirito esplorativo e giocoso, e una immensa fiducia nelle possibilità dell’intelletto umano (una fiducia che più volte negli ultimi anni in me ha assai vacillato… ). Ne ho incontrati altri, nel tempo, e avevano tutti in comune una caratteristica: in loro era rimasto vivo qualcosa dello spirito originario dei bambini; erano curiosi, liberi, divergenti e attratti da ciò che non conoscevano. Dotati, anche, di quel rigore particolare che hanno i bambini quando giocano. Io lo ero un po’, essendo un bambino, ma devo a questi incontri la fortuna di aver apprezzato queste doti, e spero anche di averle tenute vive. Erano persone assai diverse tra loro, ma accomunate dalla gioia di mostrare agli altri vie percorribili, metodi ingegnosi e originali, ed erano forse anche accomunati da un senso di sfida curiosa di fronte all’errore, che li spingeva a cercare di capire in che modo si fosse ragionato per arrivare a quell’errore. Senza quelle persone io sarei diverso, ma nel mio CV di costoro non v’è traccia.

Nei CV si pone molta attenzione alle “capacità e competenze”, che lo scrivente autocertifica senza timore, scegliendo tra quelle più socialmente desiderabili: tra le più tipiche il saper lavorare in team, o saper scrivere e/o leggere inglese o altre lingue, naturalmente a livello “ottimo”. Poco importa, se poi si lavorerà quasi sempre da soli parlando italiano; in alcune realtà servirebbe forse saper parlare e comprendere i dialetti, ma non troveremo mai nessuno che dichiari di avere un livello “ottimo” nei dialetti salentini o del bresciano. Per lavorare in un reparto psichiatria d’urgenza il napoletano o magari il veneto, e certamente l’arabo, non servono più spesso che l’inglese? 

Che altro manca, nei CV? La storia della persona: se abbia amato e come, se sia stata amata e da chi, se abbia avuto una madre premurosa o trascurante. Se abbia conosciuto l’estasi del sesso e dell’amore, se sia diventato genitore e che esperienza ne abbia ricavato. Se abbia visto morire una persona. Se abbia visto nascere un bambino. Se abbia tenuto in braccio un neonato, e se lo abbia fatto per ore, di notte, da solo. Se abbia fissato a lungo un gatto negli occhi e se abbia imparato a difendersi dai suoi graffi. Come tante altre cose, i curriculum sono un prodotto del loro tempo. E il nostro è evidentemente un tempo triste.

(Scritto originariamente nel 2015, totalmente rivisto e ampliato nel 2023)