Forse nella scuola non c’è ambito più intriso di ideologia e di falsa coscienza dell’orientamento. Si trova stretto tra due opposte e inconciliabili esigenze: di qua l’ostentazione di una cura quasi materna attenta a sviluppare il potenziale di ciascuno, di là c’è il mondo delle imprese, che pretendono che la scuola confezioni esattamente ciò che serve loro. Sono almeno 20 anni che si parla di lifelong learning, sostenendo che nuovi lavori richiedano nuove competenze, ma gran parte delle mansioni sono le stesse da decenni e non servono nuove competenze per passare da una cooperativa esternalizzata di carico-scarico merci a un’altra.
Un altro concetto chiave della visione neoliberale della scuola è “capitale umano”: ci si riferisce non tanto all’essere umano che lo contiene ma al denaro e alle risorse spese nell’istruzione e formazione necessarie per dotarlo di competenze. La visione neoliberale dell’uomo è quella di un contenitore vuoto che, grazie a una spesa (capitale) viene riempito di competenze. Non essere vivente, ma macchina. A ben guardare l’espressione “capitale umano” è essenzialmente un ossimoro, economicamente prima che moralmente.

Orientamento, capitale umano e ideologia
Tempo di lettura: 1 Minuto