Sniffa Ketamina che ti passa

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Roma, 24 sett. “Lo spray nasale a base di esketamina, derivato della Ketamina, già commercializzato come trattamento nell’ambito della depressione, ha un effetto immediato nella riduzione dei sintomi di ideazione suicidaria. Si osserva che dopo poche ore l’ideazione suicidaria svanisce, e a distanza di 24 ore i risultati sono sorprendenti”.

Questo è un lancio di agenzia, non un articolo scientifico, sia pur attribuito a un eminente professore di psichiatria; tuttavia mi ha fortemente impressionato il linguaggio e l’approccio. Ho il massimo rispetto di chi cerca rimedi per la sofferenza umana, perfino quando lo fa proponendo trattamenti che non lasciano perplesso soltanto me, e passi, ma anche altri eminenti psichiatri. Tuttavia…

questa implicita equiparazione tra il Vicks Sinex che libera il naso per sei/otto ore e questo farmaco che dovrebbe liberare dalla tentazione di suicidarsi mi appare un segno, uno dei tanti, della degenerazione della civiltà occidentale.

Una persona col naso chiuso probabilmente va in farmacia cercando un rimedio, ma una persona può entrare in farmacia e chiedere “scusi, ha qualcosa per l’ideazione suicidaria?” E sentirsi rispondere “ecco, sniffi questo, attenda qualche ora e passerà.” E nell’attesa che passi, cosa farà il malcapitato, cruciverba o sudoku? Non mi si dica che manco di rispetto al dolore umano, sto mancando deliberatamente di rispetto a chi lo usa per fare marketing. Una conferma? Altro frammento di lancio di agenzia, che cita, virgolettato, un altro luminare universitario, questa volta Made in USA: 

“Ormai è noto che la principale causa che porta al suicidio è una malattia trattabile medicalmente che si chiama depressione. Perché non pensiamo alla depressione come pensiamo al cancro, all’asma o ad un’infezione per cui prendiamo antibiotici?” 

Noto? A chi? Quali evidenze può portare in favore di questa tesi che appartiene alla psichiatria di trent’anni fa? E che ci nasconde il fatto che, dallo studio Restoring Study 329 fino all’imponente lavoro di P. Breggin, tra i principali imputati dell’incremento diffuso di ideazione e agito suicidario ci sono, indovinate un po’… gli antidepressivi SSRI, della famiglia del Prozac…