Star bene con la mente

Tempo di lettura: 4 Minuti

Eccoti qui. Hai lo smartphone in mano, o il tablet. Stai leggendo queste parole. Sei davvero qui con la mente? O stai pensando anche ad altro? Facci caso: quante cose fai ogni giorno con la testa altrove? È normale, il nostro cervello tende a viaggiare in continuazione nel tempo e nello spazio. C’è un’altra cosa da sapere: due studiosi hanno messo a confronto 5000 persone durante circa 250mila momenti della loro vita (con una semplice e geniale tecnologia) e hanno mostrato che in linea generale quando la nostra mente “viaggia” noi siamo assai meno felici di quando la mente è presente sul qui e ora. E questo indipendentemente dal fatto che stia viaggiando in luoghi felici o meno.
Lo studio dimostra che esiste un solo luogo dove possiamo davvero esserci, e, potendo, anche essere felici: il presente. Il passato e il futuro sono due luoghi importantissimi della vita di ciascuno di noi ma pensiamo troppo poco a una semplice verità: nel passato e nel futuro non succede niente, non sentiamo niente, non proviamo niente. Tutto quello che ci succede, tutte le sensazioni che proviamo e tutte le nostre emozioni avvengono esclusivamente nel momento presente.

roskopfVuoi provare? Restringi l’attenzione a questo attimo presente, e accorgiti che stai respirando. Leggi una parola per volta: SEI-QUI-ADESSO. Respira. Cerca di sentire il più vivo possibile tutto ciò che c’è lì adesso: sensazioni del tuo corpo, rumori esterni, odori, pensieri e immagini della mente. Lascia sullo sfondo tutto ciò che è altrove, nel passato, nel futuro, nello spazio. Resta così per almeno due minuti.
Fatto?
Per caso ti sei accorta che la mente formulava pensieri nel frattempo? Qualcosa come “embè? Cosa è mai? Tutto qua?” Oppure “cosa devo comprare per la cena di stasera?” Bene, allora non eri QUI-ADESSO ma… Stavi pensando. Riprova. Senti il corpo, il respiro, i suoni e gli odori intorno a te. SEI-QUI-ADESSO. Anche i tuoi pensieri passano per la mente ma sono come i rumori: passano. SEI-QUI.
Bene. Questo esperimento minimo è terminato. Ora torna al tuo stato “normale”, che chiamerei “normalmente distratto”. Finisci di leggere questa frase e confronta come ti sei sentita (A) nel presente del SEI-QUI e (B) in tutti i momenti in cui hai fatto cose con il “pilota automatico” pensando ad altro.
Rifletti bene. C’è differenza? Moltissime persone prima di te hanno risposto affermativamente, ma non sono certo che sia accaduto anche a te.

Prova durante il giorno a compiere almeno una azione banale (come lavarsi i denti) cercando di essere assolutamente presente. Colleziona più momenti in cui “ci sei” e non hai la testa altrove. Dopotutto è una piccolissima prova, ma è qualcosa: potresti trovare un tempo presente dove si può essere meno in ansia, meno insoddisfatti, meno preoccupati, meno infelici del solito, e magari anche felici.

Una mente disciplinata
è un’alleata preziosa.
Nessuno, né tua madre, né tuo padre,
né i tuoi amici,
può esserti di altrettanto aiuto. (Dhammapada)

Oggi gli approcci basati sulla Mindfulness ci confermano, dopo millenni, l’attualità e l’efficacia di queste antiche idee. Scienza e tradizione insieme ci guidano. Se entri a contatto con le idee qui contenute, ti liberi dell’ossessione del pensiero positivo, dal tentativo sempre fallimentare di non vivere certe esperienze a favore di altre… sarai più capace di agire nella direzione che hai scelto, con chiarezza e energia.
Tutto comincia col fare le cose e insieme esserci, esser qui con la mente, qui e non altrove. Respirare e sentire il proprio corpo presente. Il resto segue. È qualcosa che si impara, come tante cose della vita, qui si impara a fare buon uso della propria mente. A farne, come dicevano gli indiani antichi, il nostro migliore alleato, anziché la nostra nemica.
marescuro
2

Potresti credere che avere una mente disciplinata significhi una mente rigida, che esegue ordini come un bravo soldatino. Che, ad esempio, evita di pensare a quello a cui non ti piace pensare. O che pensa sempre “positivo”. No. Una mente disciplinata non è come pensi. Letteralmente: non è come pensi, ma come consideri ciò che pensi, da quale angolazione lo vedi. Se vedi i tuoi pensieri con l’idea che “lo penso quindi è vero”, oppure con l’idea “lo penso, ma un pensiero non è la realtà”.
Quante volte si dice “non voglio pensare a questo” ma poi fatalmente si viene ossessionati proprio da questo, perché nella mente vale un principio bizzarro: se non vuoi pensare questo, lo stai già pensando. Più pretendi di controllare i tuoi pensieri, più essi controlleranno te. Siamo imprigionati da ciò che rifiutiamo. Allora cosa fa di una mente una mente disciplinata? Passare da una mente-contenuto (io sono ciò che penso) a una mente-contenitore (io sono colui che osserva i suoi pensieri). Un recipiente può contenere acqua, vino, tè, caffè… Ma la mente non è l’acqua né il vino né altro. La mente è il recipiente, i pensieri sono il contenuto. La mente sceglie anche quali, fra i suoi contenuti, divengono azione, realtà, e quali no.

Questa è la parte 1 di 3 – Leggi il seguito>>>>>>>