La fisica quantistica, l’etica professionale e… la Patafisica

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Negli ultimi mesi ho notato sempre più spesso in interventi, annunci e post sui social da parte di psicologi, psichiatri e altre figure di area sanitaria che una branca finora del tutto esoterica della fisica ovvero la fisica quantistica stava riscuotendo un successo a prima vista inspiegabile. Nella mia ingenuità pensavo di essermi perso qualcosa e di essere rimasto irrimediabilmente indietro, io che la fisica quantistica nel mio lavoro non la uso. Sono andato a leggere le fonti originali, non della fisica quantistica, ma di coloro che la citavano a proposito di psicoterapia, medicina, psichiatria e altri settori del grande business della salute e del benessere, allora ho capito: si è introdotto qualcosa di apparentemente nuovo, dal bel nome scientifico, o meglio, scienti-Fico, al fine di perpetuare il vecchio. Nei testi stesi da questi nuovi adepti della fisica quantistica incontro i soliti termini spiritualistici simil-New-Age: coscienza spirito crescita mente superiore armonia equilibrio, ecc ecc, tutte rigorosamente scritte con la lettera maiuscola. 

Non vorrei essere frainteso: riconosco a ogni individuo il sacrosanto diritto di cercare tra libri e fonti varie testi che lo interessino e lo stimolino di qualsivoglia natura siano purché ne faccia buon uso (tanto per capirci: può andare bene anche leggere Mein Kampf ma purché lo si faccia nel chiuso della propria stanza e non si dia inizio a un nuovo sterminio). 

Trovo invece piuttosto scorretto il fatto che professionisti di una disciplina che ha o vorrebbe avere presupposti di natura scientifica si facciano pagare l’onorario da persone in stato di sofferenza psichica ammannendo loro una paccottiglia spiritualistica che si può comprare per pochi spiccioli in un blister in edicola.

Per quanto riguarda la mia etica professionale credo che le persone in stato di sofferenza meritino ben altro e ben di più, qualcosa che non si compra in edicola, in libreria né altrove: un essere umano vero in carne ed ossa in grado di stare alla stessa temperatura bruciante della sofferenza dell’altro per guardare insieme la strada per sopravviverle senza scorciatoie. Riguardo alla volgarizzazione della fisica quantistica… io preferisco la Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie… 

Due giorni dopo aver scritto questo articolo, coincidenza, anche un fisico, Stefano Marcellini del Cern di Ginevra, parla del problema e il Manifesto pubblica una tagliente intervista, che esordisce così:

Non è vero che le pseudoscienze si contrappongano sempre alla scienza ufficiale. Alcune cercano di mimetizzarsi imitandone il linguaggio. Capita alla meccanica quantistica, la teoria che spiega il comportamento delle particelle elementari. È facile imbattersi in pratiche mediche o psicologiche che non hanno nulla a che fare con essa ma si definiscono «quantistiche». Di solito si tratta di ciarlatani, in cerca di persone in difficoltà disposte a rivolgersi, dietro lauto compenso, a sedicenti specialisti.

L’intervista completa si trova al seguente link:

https://ilmanifesto.it/il-marketing-dei-quanti-fra-scienza-seria-e-ciarlatani/